Nonostante le istanze di rinnovamento di re Carlo, che desidera una cerimonia più snella e meno pomposa rispetto a quella della madre del 1953, l'incoronazione del 6 maggio sarà nel solco della millenaria tradizione di un Paese che vive di simboli e si nutre di usanze consolidate nel tempo. A partire dalla scelta dell'abbigliamento, svelata in queste ultime ore dal profilo social ufficiale della royal family. Oltre alle Coronation regalia, i preziosi gioielli utilizzati durante la cerimonia tra cui la Corona di Sant'Edoardo, il globo, lo scettro e l'anello del sovrano, il pubblico avrà l'opportunità più unica che rara di ammirare alcuni abiti indossati dai precedenti sovrani e riadattati per Carlo e Camilla. Ma vediamo insieme di cosa si tratta.
Mentre il personale di corte rispolvera la Coronation Chair, l'antico trono ligneo risalente ad Edoardo il Confessore che comprende la famosa pietra di Scone e dove si accomoderà il sovrano, una squadra di sarti è al lavoro da settimane per riparare e adattare gli storici abiti della Royal Collection che Carlo indosserà. Il re riutilizzerà i paramenti che hanno caratterizzato i servizi di incoronazione di re Giorgio IV nel 1821, re Giorgio V nel 1911, re Giorgio VI nel 1937 e la regina Elisabetta II nel 1953. Famoso per essere un grande estimatore dell'arte del rammendo e del riuso – anche in virtù del suo spirito ambientalista –, Carlo indosserà la Supertunica, realizzata in fili dorati dall'impresa Wilkinson nel 1911 per Giorgio V su ispirazione delle tonache ecclesiastiche medievali e da lì tramandata di generazione in generazione, e il mantello imperiale.
Quest'ultimo, indossato sopra la Supertunica, venne realizzato dal sarto John Meyer nel 1821 per l'incoronazione di Giorgio IV e in seguito portato da re Giorgio V, re Giorgio VI e dalla regina Elisabetta II. Si tratta del paramento più antico della collezione ed è realizzato con fili d'oro, d'argento e seta, intrecciati a formare il ricamo delle rose, dei cardi e dei trifogli – i tre simboli di Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord –, insieme a corone, aquile e fleurs-de-lis. Sotto a tutto, dopo l'unzione, il monarca indosserà il Colobium Sindonis, una tunica di lino bianco appartenuta al nonno re Giorgio VI e realizzata dai produttori di abiti Ede & Ravenscroft.
Durante il momento dell'incoronazione, verrà aggiunta una cintura in fili d'oro, detta anche cintura della spada dell'incoronazione, foderata in seta rossa e con preziosa fibbia in oro a cui verrà fissata una spada gioiello, a significare il ruolo del sovrano di protettore del bene e fustigatore del male. La spada verrà quindi rimossa e posta sull'altare nell'Abbazia di Westminster, prima che il sovrano sia investito del mantello imperiale. Storicamente la cintura della spada veniva realizzata ad ogni incoronazione dalla Worshipful Company of Girdlers, ma stavolta Carlo ha scelto di riutilizzare quella forgiata per l'incoronazione di suo nonno, re Giorgio VI, il 12 maggio 1937, per rimanere nel solco della tradizione. A completare l'outfit regale (e sostenibile) ci sarà il guanto dell'incoronazione, realizzato per la mano destra del sovrano. Anche in questo caso il re ha deciso di riutilizzare quello dell'incoronazione del nonno Giorgio VI, realizzato nel 1937 dal maestro guantaio Dents e ricamato da Edward Stillwell & Company.
Per quanto riguarda Camilla, la regina consorte indosserà l'abito disegnato per il giorno dell'incoronazione di Elisabetta, lo scorso anno in mostra al Castello di Windsor. A distanza di 70 anni, il capo è stato opportunamente ritoccato dalle ricamatrici della scuola di cui la regina è patrona, e conserva il suo favoloso strascico di 5 metri e mezzo. Se all'entrata Camilla indosserà la Robe of State, all'uscita dalla Cattedrale avrà indosso la Robe of Estate, l'unico abito nuovo di zecca realizzato per lei in velluto viola ricamato con fili d'oro a rappresentare, fra l'altro, delle api, uno scarafaggio, in omaggio all'amore per la natura dei monarchi) e una cascata di fiori: dal delphinium al mughetto, il fiore prediletto di Elisabetta, dal mirto, simbolo della speranza, alla capelvenere (la purezza), passando per l'alchemilla (simbolo di amore e conforto) e fiordalisi (la tenerezza). Non mancheranno nemmeno gli ormai noti emblemi nazionali della rosa, del cardo e del trifoglio. Un tripudio naturalistico in perfetta armonia con il delizioso cartoncino di invito alla cerimonia, acquerellato a mano con motivi fitomorfi.