Ci eravamo abituati troppo bene. L'anno scorso, in giuria al Festival di Cannes, c'era la nostra Jasmine Trinca, nel 2019 era stata la volta di Alice Rohrwacher, mentre quest'anno... niente. I membri della giuria del Festival di Cannes 2023 sono tutti stranieri: nessuno di loro è italiano. Il nostro animo patriota (o campanilista, a seconda del punto di vista) se ne dispiace ma tant'è: così si è deciso in Francia. Tocca farsene una ragione.
In ogni caso il team capeggiato dal presidente Ruben Ostlund è ben assortito. Tanto per cominciare, si punta alla parità tra i sessi: i membri sono 4 uomini e 4 donne. La par condicio è dunque garantita. Tra loro c'è peraltro anche una giurata di colore, che fa alzare l'asticella dell'inclusività. Quindi dal punto di vista formale, è una giuria impeccabile.
Veniamo ora ai nomi. Partiamo dalle donne anche perché, tra l'altro, c'è una super eroina: la star di Captain Marvel, ossia Brie Larson. L'attrice americana, vincitrice del premio Oscar nel 2016 per il film Room, porta di fatto una ventata mainstreaming all'interno del Festival di Cannes, da sempre distintosi per il suo taglio impegnato e autoriale. Oltre al suo, spicca anche il nome di Julia Ducournau: la regista e sceneggiatrice rivelazione di Cannes 2021, dove vinse la Palma d'oro con il discusso Titane. Il film, decisamente disturbante, fu per mesi al centro di dibattiti e critiche. Ora la nostra torna sulla Croisette, ma in giuria. E ancora: tra le donne militano anche Rungano Nyoni e Maryam Touzani. La prima è nata in Zambia, è cresciuta in Galles, ha studiato a Londra e ora vive a Lisbona. Praticamente è una cittadina del mondo oltre che una talentuosa regista e sceneggiatrice. Il suo primo lungometraggio I’m Not a Witch è stato tenuto a battesimo proprio a Cannes dove, nel 2017, è stato presentato all'interno della Quinzaine. La pellicola si è poi aggiudicata il Bafta per il miglior esordio nel 2018. Cannes ha lanciato anche Maryam Touzani: di origini marocchine, Touzani ha esordito a Cannes con Adam nel 2019 in Un certain Regard (tra l'altro il titolo è entrato anche nella cinquina per gli Oscar...), per poi tornare anche nel 2021 e 2022, rispettivamente con Casablanca Beats e The Blue Caftan (anche quest'ultimo entrato nella short list dell'Oscar).
Passiamo ora al capitolo uomini. Tra i membri, figura una vecchia conoscenza di Quentin Tarantino: il francese Denis Ménochet. Star di Bastardi senza gloria, ha poi partecipato a diversi film americani tra i quali Robin Hood (2010) e il recente Beau Is Afraid. È amatissimo da François Ozon, con il quale ha collaborato per ben tre volte (In the House nel 2012, By the Grace of God nel 2018, Peter Von Kant nel 2022). Gli americani sono invece rappresentati dall'attore, regista e sceneggiatore Paul Dano. Tra i suoi film dove ha recitato, 12 anni schiavo, Love&mercy, Il petroliere, The Fablesman e anche Youth di Paolo Sorrentino. Il novero si completa con lo scrittore e regista afgano Atiq Rahimi, rifugiato in Francia (suggeriamo la visione del suo Come pietra paziente), e l'argentino Damián Szifron. Quest'ultimo, regista e sceneggiatore, è famoso soprattutto per il film Wild tales, prodotto da Pedro Almodovar e vincitore di un BAFTA, di un Goya e di altri 40 riconoscimenti internazionali.
Ora è decisamente tutto pronto per il Festival di Cannes: non resta che aprire le danze...