In Italia una donna su due non si sente al sicuro a uscire da sola di sera

L'ultimo rapporto dell'Istat sul Benessere equo e sostenibile nel nostro Paese dice che il 51% delle cittadine ha paura ad uscire di notte da sola

Tutte o quasi noi appartenenti al genere femminile, abbiamo uno o più aneddoti riguardo a fatti accaduti di notte nella città in cui abitiamo o abbiamo abitato in passato. La gravità di questi racconti è, ovviamente, diversa: c'è chi usa la formula del "m'è andata bene" e chi purtroppo ha da dire ben altro. A me è successo, diversi anni fa, di uscire a tarda sera per recuperare la macchina parcheggiata su un viale di Torino, e di trovarci seduto sopra un ragazzo molto alto e molto largo che si stava iniettando della droga nel braccio. Ci siamo guardati, non c'era nessun altro in giro, non stavano passando macchine, ho dovuto lasciargli la borsa perché mi ha puntato addosso la sua siringa. Non c'è stato bisogno che dicesse nulla: ero impaurita e non m'è balenato neppure per un secondo il pensiero di fare altro se non cedere alla minaccia.

Giorni dopo mi sono chiesta se avrebbe fatto lo stesso con un maschio, magari grosso quanto lui, probabilmente più in forze di lui. Forse no. Credi di no, ma potrei sbagliare. Da quella sera non ho modificato granché le mie abitudini, ma ho deciso di frequentare un corso di auto difesa, che va bene propagandare l"educate your son", ma nel frattempo che i genitori educano i figli (sempre che lo facciano, e lo facciano in massa), che si fa se ci si sente in pericolo? Di recente m'è successo di camminare di notte da sola nella mia città, che non è percepita come pericolosa (siamo nell'Emilia benestante e borghese) ma di fatto, lo dicono i numeri che riguardano le aggressioni sia per rapina che di natura sessuale contro le donne, la è, e ammetto di aver avuto pensieri brutti. Per questo durante quei tragitti ho fatto quello che facciamo tutte: niente airpod, anzi telefonare o video chiamare qualcuno, e nel mio caso l'aggeggio che funge sia da torcia che da allarme sonoro di potenza inaudita, utile per guadagnare secondi preziosi in caso di pericolo. Non m'è, infatti, successo solo quella sera con il ragazzo eroinomane: un paio di volte ho ricevuto insulti vomitevoli da uomini usciti con il solo intento di turbare sconosciute con frasi schifose, in un'altra occasione sono incappata in un'esibizionista, e ho ascoltato amiche raccontare di scippi violenti avvenuti sempre con il buio.

alicia robert tousignant su unsplash

Nonostante, in teoria, le nostre strade siano state rese più sicure da un aumento corposo delle telecamere di sicurezza che, quando funzionano, potrebbero essere un deterrente per i criminali, la percezione generale in Italia è decisamente negativa. Non solo: è peggiorata tantissimo negli ultimi cinque anni. Nel 2018, infatti, era il era il 27,6% dei cittadini a sentirsi poco o per niente sicuro, uscendo da solo di sera. Cinque anni fa il 38,2% degli italiani diceva che la paura della criminalità influenzava le proprie abitudini. Ma già allora il senso di insicurezza delle donne era decisamente maggiore di quello degli uomini: il 36,6% affermava di non uscire da sola di sera per paura (a fronte dell'8,5% degli uomini), mentre il 35,3% diceva che quando decideva di farlo, non si sentiva sicura ( a fronte del 19,3% degli uomini). Oggi va, dicevamo, molto peggio: secondo il decimo rapporto dell'Istat sul Benessere equo e sostenibile nel nostro Paese, risulta infatti che solo il 51% delle donne si sentano sicure a uscire la sera da sole nella zona in cui vivono. Secondo lo studio di Hollaback! e Cornell University svolto nel 2021 in 22 paesi tra cui l’Italia, l’84% delle donne ha subito molestie da strada prima dei 17 anni; da quanto riportano i dati Istat del 2018, il 15,9% delle donne e il 3,6% degli uomini sono stati vittima di molestie con contatto fisico in strada, in particolare sui mezzi pubblici.

Un caso tragicamente emblematico di tutto ciò fu quello che avvenne a Londra, il 3 marzo 2021, quando Sarah Everard fu stuprata e uccisa da un poliziotto mentre tornava a casa. Con quella forza d’animo che risponde a grandi ingiustizie, il 15 marzo nacque Donnexstrada, progetto in continua evoluzione, fondato da donne per donne, che offre diversi servizi proprio per sentirsi più sicure per strada. Donnexstrada prese vita grazie a una call to action di Laura De Dilectis, psicologa clinica di 26 anni, attorno a cui in poche settimane si venne a creare un team di donne eterogeneo che condivide lo stesso obiettivo. La pagina Instagram Donnexstrada diventò virale in brevissimo, raccogliendo 70mila follower in tre settimane, a riprova del fatto che la paura per la nostra incolumità ci accomuna, tristemente. A dare quel qualcosa in più al progetto è l’idea di offrire direttexstrada, ovvero la possibilità per chiunque si senta in pericolo durante un percorso da affrontare in solitudine (magari tornando a casa) di richiedere una diretta Instagram alla pagina, in modalità sia pubblica che privata.

gabriella clare marino su unsplash

Grazie a questo servizio, le persone, non solo donne anche se queste sono la maggioranza, si sentono meno sole, spaventate, vulnerabili, la live funziona da deterrente per approcci indesiderati e se invece dovesse succedere qualcosa, questo sarebbe ben visibile e ne rimarrebbe una testimonianza, oltre al fatto che i presenti alla diretta potrebbero chiamare i numeri d’emergenza. "La diretta viene molto apprezzata ed è vista come un mezzo accessibile a tutti, è utile da un punto di vista pratico, perché è come se offrissimo qualcosa di toccabile, facile da usare. Non ci aspettavamo questo riscontro, evidentemente il problema era più grande di quanto pensassimo”, ci aveva raccontato due anni fa Laura De Dilectis.

Le soluzioni concrete, al di là di quelle messe in campo dagli amministratori e dai sindaci delle città, sono fondamentali. Perché dire che solo il 51% delle donne si sente sicura a uscire la sera da sole, soprattutto se il luogo in cui abita è un quartiere periferico e prevalentemente buio, vuol dire che nel 2023 una donna su due ha paura di uscire di casa senza qualcuno a farle compagnia. Situazione del tutto diversa per gli uomini, per cui la percentuale di percezione di sicurezza si alza al 70,9% e arriva a toccare addirittura il 78,4% se parliamo di ragazzi di 20-24 anni. Secondo i dati di questo decismo rapporto dell'Istat sul Benessere equo e sostenibile, di che pericoli temuti e percepiti come possibili parliamo? Rispetto al 2021, Istat segnala che nel 2022 le vittime di furti in abitazione ogni mille famiglie, e le vittime di borseggio ogni mille persone, sono aumentate in modo accentuato al Nord-ovest e al Centro.

Nonostante questa crescita, gli indicatori sui reati rimangono al di sotto dei valori prepandemia, ad eccezione del tasso di rapine, che è tornato sui livelli registrati nel 2019. Emergono, ovviamente, differenze significative nel livello di sicurezza percepito dalla popolazione rispetto alla dimensione del comune di residenza, prosegue l’Istat: si sentono più sicure, percepiscono un minor rischio di criminalità e un minor degrado sociale e ambientale le persone residenti nei comuni fino a duemila abitanti e in quelli tra duemila e diecimila abitanti, rispetto a quelle residenti nei comuni di grandi dimensioni.

Nei comuni tra duemila e diecimila abitanti la quota di persone di 14 anni e più che si dichiarano molto o abbastanza sicure quando camminano al buio da sole nella zona in cui vivono è 17 punti percentuali più alta rispetto a quella riscontrata nei comuni centro delle aree di grande urbanizzazione (68,4% contro 51,4%). Analogamente succede per la percezione del rischio di criminalità (11,2% contro 40,6%) e per il degrado sociale e ambientale (4% contro 13,9%). La percezione, tuttavia, è diversa e forse ha a che fare proprio con i quasi due anni di lockdown che, avendo desertificato le città, ce le hanno anche mostrate come sicure. Finito quel periodo, siamo tornati ad allarmarci. Ricorderete quando Chiara Ferragni si disse lo scorso anno “angosciata e amareggiata”, per la criminalità nella città di Milano. Eppure i dati raccontavano un'altra storia sui reati. Che, al contrario di quanto affermato a mezzo Instagram dalla più importante influencer italiana, erano, quantomeno nel 2022, in calo.

Tuttavia, c'è il grande problema dei reati di natura sessuale, che nella mente delle donne sono il vero pensiero dominante, quando si esce da sole, di giorno ma ancora di più di notte. Su questo, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale in occasione della Giornata internazionale della donna ha pubblicato il report Donne vittime di violenza, su tutti i reati che vedono le donne tristemente protagoniste, dallo stalking ai femminicidi alla violenza sessuale. "Il dato inerente all'applicazione del Codice rosso vede un significativo incremento", si legge nel rapporto, "sia dei delitti commessi che delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti". "In particolare per la fattispecie di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che può essere interpretata in senso positivo. Cioè come un incremento della propensione alla denuncia e, più in generale, della sensibilità alla tematica da parte di tutti gli autori coinvolti". Si registra "un trend di crescita per le violenze sessuali, confermando la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione", si legge ancora". "Di questo l'Istat non ha parlato, rendendo il tema l'elefante nella stanza.


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